Simonetta Di Sieno

Scritto di Simonetta Di Sieno

Editoriale su Lettera Pristem
(Rivista Trimestrale di cultura e informazione matematica) N. 9 – Settembre 1993.

Come al solito, avevamo preparato un editoriale in cui presentavamo ai lettori i contenuti del nuovo fascicolo. Ma, a numero ormai in stampa, ci ha raggiunto la notizia della scomparsa di Michele Sce. E non è possibile tacere dolore e rimpianto.
Era ammalato da molto tempo, ma anche questo numero ospita alcuni suoi interventi. La sua presenza ci ha accompagnato fin dagli inizi, quando neppure noi avevamo ben chiaro quello che la Lettera sarebbe potuta diventare. Nei momenti di incertezza è stato per noi, ma soprattutto per me, un punto di riferimento a cui ricorrere senza paura di restare delusi.
Prima dell’estate, appena rientrato da una lunga degenza in ospedale, si era preoccupato di sapere a che punto eravamo: di fronte alla possibilità che l’avventura della Lettera finisse perché temevamo di non poter garantire a lungo un prodotto all’altezza delle nostre aspettative, aveva ritrovato la voce necessaria per convincermi che “ciò che val la pena di essere fatto deve essere fatto, a costo di non essere fatto al meglio”.
Ad ogni uscita di un numero della Lettera, tutti aspettavamo con ansia che il prof. Sce telefonasse le sue impressioni: dagli articoli che lo avevano piacevolmente sorpreso a quelli per cui aveva nuove riflessioni da proporre, dagli errori di stampa alle ingenuità o alle cadute di gusto, nulla ci veniva risparmiato, ma il giudizio globale era stato finora benevolo e incoraggiante.
Abbiamo perso un amico che ci era giunto inaspettato, affettuoso ma non indulgente: della sua intelligenza e della sua competenza ha lasciato che ci servissimo come se fosse un nostro diritto e non un regalo prezioso. Adesso ci sentiamo un po’ soli e continuare è più difficile.