Simonetta Di Sieno

Intervento di Simonetta Di Sieno

Non sono stata un collaboratore del Prof. Sce né sul fronte scientifico né su quello didattico e quindi non posso parlare né del suo impegno verso gli studenti né dei suoi interessi di ricerca.
Ma abbiamo frequentato per lungo tempo lo stesso dipartimento. L’incontro era facile e il confronto sulle vicende che via via ci coinvolgevano sempre meno formale. Nel passare degli anni, Sce mi ha mostrato che cosa voglia dire essere un intellettuale di matrice scientifica e come si possa vivere la responsabilità verso la società che questo ruolo comporta. Ho imparato con lui che non possiamo smettere di proporre un approccio razionale alle questioni, un approccio che metta in evidenza e renda espliciti i presupposti e gli obiettivi, perché le decisioni che riguardano la collettività siano quanto più possibile prodotto di scelte consapevoli e non ostaggio di interessi coperti o di pochi. Un approccio che coniughi libertà e responsabilità, giustizia e generosità.
Il segno lasciato da Sce deve essere stato piuttosto deciso nella mia lettura di quel che accade se ancora nelle settimane scorse, leggendo del Rettore della Statale di Milano che dice dei suoi mate-matici: “Se vogliono restare nella loro enclave, lasciamoli”, la prima reazione è stata “Questa cosa Sce non gliel’avrebbe lasciata passare sotto silenzio. I matematici non sono tipi da enclave. E solo quelli che fanno finta di fare matematica ci si lasciano ingabbiare”.