Ricordo di Mario Prennushi
Questo ricordo è un piccolo addendum a quanto già così ben descritto da Filippo Demonte sul periodo di lavoro di Michele in Olivetti.
Il nostro era un contesto di progettazione fatto sostanzialmente da ingegneri, periti e simili, un ambiente tecnico sì ma non particolarmente preparato all’uso di strumenti matematici per la soluzione dei problemi.
E qui il modo di porsi di Michele era stupendo: si discuteva tra tecnici di un determinato argomento e lui chiedeva se poteva assistere all’incontro, con un atteggiamento della massima semplicità e modestia.
Da quanto sentiva nascevano poi i suoi suggerimenti, sull’uso dei dati, su possibili modelli da utilizzare, su simulazioni possibili. Così entrava nelle diverse realtà dando un forte contributo alle soluzioni adottate ed allargando la prospettiva.
Così faceva anche cultura tecnica creando ponti ed associando mondi diversi.
Se volessimo allargare il discorso, il suo era un approccio fortemente politico nel mettere la matematica al servizio del mondo applicativo.
C’erano poi i momenti di pausa, ricchi di discussioni sui temi più vari. Ricordo una accesa discussione con me, cattolico, che sostenevo la religiosità intima di Pasolini espressa nel film “Il Vangelo secondo Matteo”, siamo nel 1965, con Michele che resisteva alle mie estrapolazioni provocatorie.
Ricordi molto belli di un periodo creativo ed entusiasta vissuto in un contesto illuminato ed aperto al futuro.