Intervento di Antonio Lanteri
Intervengo soltanto perché vedo che un merito di Sce non è stato ancora sottolineato in questa giornata. Si tratta di un merito a mio parere molto importante, soprattutto per il Dipartimento a cui appartengo e per la fase di crescita che esso ha vissuto verso la fine degli anni ottanta.
Personalmente posso dire di aver avuto un buon rapporto con Sce come suo “vicino di studio” e, sulla scia di tanti ricordi riemersi oggi, mi sono tornate alla mente molte conversazioni piacevoli che ho avuto con lui, inevitabilmente anche sulla didattica, dato che per diversi anni abbiamo svolto in parallelo le due edizioni del corso di Geometria per il primo anno della laurea in matematica.
Certamente il rilievo del ruolo che svolge un professore universitario si misura anche dalla cura che ha per i suoi studenti, stimolando il loro interesse, fornendo spunti di approfondimento e avviando alla ricerca quelli che appaiono più promettenti, affidandoli a chi, ancor meglio di lui potrà guidarli ad ottenere risultati di grande rilievo. Ma un ruolo altrettanto fondamentale è quello che si esplica nella fase del reclutamento di nuovi colleghi.
Ed è proprio in relazione a questo che voglio ricordare il momento in cui, verso la fine degli anni ottanta, in questo Dipartimento si profilò la possibilità di chiamare il Prof. Renzo Piccinini, matematico di spessore internazionale nel campo della topologia algebrica, cittadino brasiliano di lontana origine Italiana, che per molti anni aveva svolto il suo lavoro in Canada, servendo anche in vari ruoli importanti la Canadian Mathematical Society.
Piccinini non era il primo professore “straniero” reclutato presso il nostro Dipartimento. Questa strada era già stata iniziata dai colleghi di Analisi con alcune chiamate di “professore associato”, ma va riconosciuto che con la chiamata di Piccinini, grazie ai suoi contatti, il nostro Dipartimento ebbe un vero e proprio decollo in ambito internazionale: un decollo che in molti pensavamo meritasse.
Il beneficio derivante dalla sua chiamata fu grande, ad esempio per quanto riguarda il Dottorato.
Basterà ricordare che già fin dai primi anni novanta le tesi di dottorato prodotte nel nostro Dipartimento venivano sottoposte a un referaggio internazionale, cosa questa che oggi non sorprende più, dato che è diventata prassi abituale per molte discipline e in molti atenei; ma faccio notare che qui stiamo parlando di un quarto di secolo fa.
Ebbene, nel momento in cui si decise per la chiamata di Piccinini, il contributo di Sce fu decisivo. Il suo convinto sostegno nel compiere questo passo fu veramente determinante per vincere quelle remore che, in un ambiente sicuramente in grande crescita ma ancora frenato da qualche vena di localismo, si captavano.
Personalmente, ritengo che questa sua apertura ad una visione futura (oggi diremmo lungimiranza) gli derivasse da una piena consonanza di idee con l’amico Carlo Pucci. Oggi si parla tanto della internazionalizzazione, ma non si deve dimenticare che nella Matematica il primo passo in questa direzione fu proprio il programma di borse per l’estero creato da Pucci già nel corso degli anni sessanta, con l’obiettivo di reinserire la ricerca matematica italiana nel contesto internazionale.
E Sce condivideva pienamente questo ideale.