L’apporto al lavoro del
Comitato Scienze Matematiche del CNR
per riorganizzare la Matematica italiana
Nonostante il carattere mite, schivo e riservato, Sce mostrò sempre una grande disponibilità a lavorare con gli altri in progetti che avessero come obiettivo il rafforzamento del ruolo della matematica nella cultura e nella società italiana.
Da appassionato della materia, che considerava una delle più interessanti e creative avventure della mente umana, non gli sfuggivano le potenzialità della cosiddetta Matematica Applicata e forse per questo, nel 1968 si lasciò convincere dall’amico Carlo Pucci (da poco eletto nel Comitato Nazionale per le Scienze Matematiche del CNR e divenutone Presidente) ad entrare a far parte del Comitato stesso per operare nella politica e nell’organizzazione della matematica italiana in un momento di grandi cambiamenti.
Scrive Carlo Pucci in [1] che, fra il 1958 e la fine del decennio successivo, «vi furono ampi contrasti in campo universitario sull’organizzazione della ricerca in Italia» e altri temi di politica universitaria, che portarono a varie riforme tra cui quella del CNR del 1963 (di molte parti della quale, dice Talenti in [3], Pucci fu uno degli ispiratori). Nel settore della matematica la nuova generazione di studiosi, più attenta alle trasformazioni culturali già avvenute all’estero, non concordava con quelle più anziane su quanto occorresse fare per la promuovere la ricerca matematica e aveva dato vita nel 1960 al Consiglio Nazionale per la Ricerca Matematica (CoNaRM), Ente «destinato a finanziare la ricerca matematica e prendere contatto con le Autorità, allo scopo di passare, nel più breve tempo possibile, alla fase esecutiva».
Cambiamenti erano sollecitati anche da un altro fenomeno: già dai primi anni sessanta, per effetto del boom demografico e di una crescente domanda di istruzione, il numero di studenti universitari aveva iniziato a crescere in maniera vistosa e la successiva liberalizzazione degli accessi ai diplomati degli istituti tecnici e magistrali aveva portato in molte realtà universitarie al sovraffollamento dei corsi con la conseguente necessità, soprattutto in quelli di natura tecnica e scientifica, di “sdoppiare” i corsi. Questo, se da un lato poneva il problema di formare in maniera adeguata nuovi docenti universitari di discipline matematiche (problema analogo e collegato a quello legato all’aumento degli studenti delle scuole secondarie), dall’altro sollevava la questione della direzione in cui orientare le scelte di studio degli studenti dei Corsi di Laurea in Matematica (anch’essi aumentati di numero) in modo rispondente alle esigenze del mercato del lavoro, adeguando l’offerta formativa del Corso di Laurea.
Come ricordato da Galligani in [2], uno dei primi lavori di Sce come membro del Comitato Nazionale per le Scienze Matematiche del CNR consistette proprio nel condurre un’indagine e un’approfondita analisi sulla richiesta di matematici prevedibile per il 1975 nel settore privato e in quello pubblico e sul loro profilo. Ne emerse la necessità di rafforzare l’indirizzo applicativo del Corso di Laurea in Matematica, da poco aperto e dipendente ancora in larga misura dalle industrie del settore per il reperimento dei docenti incaricati dei corsi universitari di calcolo e programmazione, creando all’interno del sistema universitario un sempre maggiore numero di figure dotate competenze di alto livello in analisi numerica e informatica.
Come conseguenza di questa congiuntura storica, il Comitato decise (vedi [3]) di investire quasi tutte le sue risorse per il quadriennio 1968-1972 nella preparazione dei giovani matematici, tramite un piano di borse di studio (per l’interno e per l’estero) e l’avvio della Scuola Matematica Interuniversitaria, i cui corsi, affidati in larga misura a docenti stranieri di vaglia, permettevano una formazione post-universitaria di respiro internazionale. Anche su impulso di Sce parte di questi programmi riguardarono la Matematica Applicata.
Altri interventi di Sce in seno al Comitato in questo quadriennio sono ancora più legati alla sua esperienza nel campo del Calcolo automatico, come una relazione sulle prospettive di un uso didattico dei calcolatori e una sull’attività dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo del CNR e la loro possibile evoluzione.
Dell’IAC Sce diventò anche Commissario nel gennaio 1971, su designazione del Comitato Nazionale per le Scienze Matematiche del CNR, dopo la direzione biennale di Guido Stampacchia: il periodo di commissariamento (27 gennaio-26 luglio 1971), venne prorogato fino al gennaio 1972 quando fu nominato direttore dell’Istituto Ilio Galligani. In questa veste Sce si preoccupò di preparare la successiva nascita di attività rivolte alle applicazioni, anche in relazione alle prime discussioni nell’ambito del CNR sui cosiddetti “Progetti finalizzati”.
Anche nel quadriennio 1972-1976 Sce fu cooptato a far parte del Comitato Nazionale per le Scienze Matematiche. Per suo merito (vedi [2]), il Comitato, proseguendo gli interventi diretti al rafforzamento della Matematica Computazionale, promosse iniziative perché vari Istituti di Matematica universitari e del CNR fossero dotati di laboratori con minisistemi di calcolo di elevate prestazioni e fossero assegnati posti di ricercatore CNR, distaccati presso tali laboratori, destinati a giovani laureati interessati all’analisi numerica e all’informatica.
Inoltre, grazie a una cultura vasta e articolata e a un’ampia visione dei problemi, Sce diede un contributo significativo nella fase di avvio (anni dal 1974 al 1976) di alcuni dei cosiddetti Progetti finalizzati, ciascuno dei quali richiedeva il contributo di più Comitati. Oltre alla sua partecipazione, come rappresentante del Comitato per le Scienze Matematiche, alla commissione per un progetto di Oceanografia, conviene ricordare che fu l’autore del primo programma per il Progetto Informatica.
Rilevante fu anche la sua influenza nella costituzione di gruppi di lavoro su tematiche che avrebbero avuto ampi sviluppi in anni successivi, in particolare quella di un Gruppo di lavoro inteso alla messa a punto del cosiddetto software matematico (nel quale avrebbero avuto ruoli determinanti Massimiliano Lunelli e Ilio Galligani) e quella di una Commissione per le biblioteche matematiche che ebbe il merito di avviare la formazione dei bibliotecari e di produrre, col sostegno dell’IAC, le prime attività di collaborazione tra le biblioteche. In questo contesto Sce ebbe un ruolo fondamentale per la crescita e il finanziamento dei gruppi di ricerca CNR delle Università di Lecce, Milano, Roma e Pisa, finalizzati all’informatizzazione, allo sviluppo e alla condivisione a livello nazionale di archivi e risorse bibliografiche e documentarie (vedi [4]).
La collaborazione con il CNR continuò anche negli anni ’80, allorché fu membro del Consiglio scientifico dello IAMI, Istituto per le Applicazioni della Matematica e dell’Informatica del CNR di Milano.
[1] Carlo Pucci: 40 anni fa’ una svolta nell’organizzazione della ricerca matematica italiana, Bollettino dell’Unione Matematica Italiana, Serie 8, Vol. 2-A – La Matematica nella Società e nella Cultura (1999), N.1, p. 1-9 [Vedere BDIM]
[2] Ilio Galligani: Lo sviluppo dell’indirizzo applicativo nel corso di laurea in Matematica negli anni ’70, Bollettino dell’Unione Matematica Italiana, Serie 8, Vol. 2-A – La Matematica nella Società e nella Cultura (1999), N.1, p. 41-46. [Vedere BDIM]
[3] Giorgio Talenti: Necrologio di Carlo Pucci, Bollettino dell’Unione Matematica Italiana, Serie 8, Vol. 8-A – La matematica nella società della cultura (2005), p. 357-377 [Vedere BDIM]
[4] Virginia Valzano: In ricordo di Michele Sce (intervento alla Giornata Scientifica in onore di Michele Sce)