Biografia
Michele Sce nasce il 27 ottobre 1929 a Tirano (SO) e compie gli studi secondari a Livorno.
Studia presso l’Università di Pisa ove il 28 febbraio 1951 si laurea in Matematica con 110/110 e Lode con una tesi sulle matrici di Riemann di cui è relatore Salvatore Cherubino e che viene pubblicata sugli Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa. Presso tale Scuola nell’anno accademico 1951/52 svolge un anno di specializzazione/perfezionamento, dedicandosi a studi di algebra e, in particolare, di teoria delle matrici.
Dal 1952 al 1955 è a Roma, borsista presso l’Istituto di Alta Matematica e Assistente per le esercitazioni di Geometria Superiore.
Qui per alcuni mesi lavora con Fabio Conforto, che si occupa di matrici di Riemann e, alla sua morte, con Beniamino Segre. In questi anni conosce e stringe amicizia con altri giovani matema-tici: Edoardo Vesentini, Carlo Pucci, Gianfranco Capriz, Lucio Lombardo Radice.
Dal 1955 al 1962 è assistente di ruolo alla Cattedra di Geometria analitica con elementi di geometria proiettiva e geometria descrittiva con disegno dell’Università di Milano, della quale è titolare Oscar Chisini.
Nell’ambiente milanese stabilisce rapporti di amicizia con Modesto Dedò, Cesarina Tibiletti, Ermanno Marchionna, Umberto Gasapina, Marco Cugiani e collabora con i fratelli Lorenzo e Massi-miliano Lunelli, con i quali effettua alcuni tra i primi lavori di matematica sperimentale, volti all’individuazione di strutture discrete (K-archi completi nei piani proiettivi desarguesiani, omografie cicliche).
Dopo la Libera Docenza di Geometria Analitica con Elementi di Geometria Proiettiva conseguita nel 1958, nel 1959 ottiene la Libera Docenza di Algebra Superiore e riceve dall’Accademia delle Scienze di Torino il Premio Bonavera. Nel 1961 viene dichiarato maturo nel concorso per una Cattedra di Geometria Analitica.
Negli anni accademici dal 1957/58 al 1962/63 è incaricato di svariati corsi presso le Università di Milano, Roma e Parma. Nel 1959/60 tiene alcune conferenze presso l’Istituto di Alta Matematica di Roma sulla “Teoria delle coomologie nelle algebre e nei gruppi”, poi divenute oggetto, l’anno successivo, del Corso di Matematiche Superiori da lui tenuto a Parma.
Dopo un anno di congedo per motivi di studio, alla fine del 1963, attratto dalle prospettive di sviluppo di una disciplina da poco uscita da uno stato pionieristico come l’informatica, dà le dimissioni da Assistente della cattedra di Geometria (cui risulta trasferito dal novembre 1962) ed entra a far parte del Laboratorio di Ricerche Elettroniche della Olivetti, prima a Borgolombardo, poi a Pregnana Milanese. Fa parte del gruppo di Pier Giorgio Perotto, il quale in particolare metterà a punto l’innovativo calcolatore da tavolo Olivetti Programma 101 (il primo minicalcolatore progettato in Italia). Qui collabora con Giorgio Sacerdoti, Filippo Demonte, Luigi Bocchino, Mario Prennushi, Cesare Bona, Piero Slocovich, Lorenzo Barone e altri. In questo periodo si occupa di riconoscimento di caratteri e di macchine con prestazioni di apprendimento.
Nel 1966 viene nominato Direttore del Gruppo di Consulenza Matematica della Divisione Ricerca e Sviluppo della Olivetti ad Ivrea.
Nel frattempo, nel 1965, ha sposato Paola Maria Manacorda dalla quale avrà tre figli: Giovanni, Simone e Jacopo.
In questi anni (e fino al 1975/76) prosegue comunque la collaborazione con il Corso di Laurea in Matematica dell’Università di Milano tenendo per incarico corsi di Topologia, Statistica e Probabilità e seguendo, come relatore o come correlatore, numerose tesi che testimoniano i suoi interessi scientifici del momento.
Nel 1968 viene cooptato a far parte del Comitato Nazionale per la Matematica del C.N.R. con un mandato fino al 1972.
È il matematico ed amico Carlo Pucci a sollecitarlo ad assumere questo ruolo, per operare nella politica e nell’organizzazione della matematica italiana, disciplina che in quegli anni sta affrontando i problemi posti dalla crescita vistosa degli studenti universitari e dalla prima grande diffusione degli elaboratori elettronici, oltre che dalle tensioni intergenerazionali.
In questi anni il Comitato, anche su impulso di Michele Sce, avvia un intervento sistematico per lo sviluppo di un piano nazionale del settore applicativo della Matematica (in tale periodo ancora limitato in Italia) che prevede, tra l’altro, un’analisi delle prospettive di impiego dei matematici nella nascente industria dei calcolatori, nonché un piano di borse di studio volte ad ampliare il numero di laureati in questa disciplina.
Nel 1971, cessato il rapporto di lavoro con la Olivetti, viene nominato dal Comitato Nazionale per la Matematica del CNR come Commissario dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo del CNR, precedentemente diretto da Guido Stampacchia. Svolge questo ruolo dal gennaio 1971 al gennaio 1972.
Dal 1972 al 1976 è nuovamente cooptato a far parte del Comitato Nazionale per la Matematica del CNR, dove la sua azione contribuisce a orientare la politica di sostegno alle attività di calcolo automatico verso l’organizzazione, in diversi Istituti di matematica (universitari e del CNR), di laboratori di calcolo scientifico (dotati di minicomputers) che risultarono di fatto, per un certo numero di ricercatori, un valido approccio alla successiva fase tecnologico culturale di rapida diffusione dei personal computers.
In tale Comitato Sce svolge un ruolo di primo piano anche nella elaborazione iniziale (1974) dei cosiddetti Progetti finalizzati, ciascuno dei quali coinvolge più Comitati. In particolare è sua la stesura del primo programma per un Progetto Informatica ed è lui che rappresenta il Comitato per le Scienze Matematiche in seno alla Commissione del Progetto CNR inerente l’Oceanografia, progetti che però vedranno una realizzazione concreta solo in anni successivi.
Nel Comitato CNR Michele Sce, grazie alla ampiezza delle sue conoscenze e alla sua visione dei problemi, svolge un ruolo di primo piano anche nella prima elaborazione (1974) dei cosiddetti Programmi finalizzati, ciascuno dei quali coinvolgente più comitati. In particolare fornisce il maggiore contributo alla stesura di un progetto di Informatica Matematica ed rappresenta il Comitato Scienze Matematiche in seno alla Commissione Progetto Finalizzato per la Oceanografia, sempre del CNR, programmi che però potranno realizzarsi concretamente solo negli anni successivi.
Nel 1973 diventa Direttore del Reparto di Statistica della A. C. Nielsen Company di Milano dove lavora fino al 1976. Qui si occupa principalmente di procedimenti di raffinamento del campionamento, analisi dei dati e supporto operativo al ciclo produttivo. In particolare propone con successo l’adozione di una strategia aziendale, incentrata sui sistemi di gestione di basi di dati, rivelatasi nel giro di pochi anni determinante.
Nel 1976 vince la cattedra di Geometria.
Negli anni1976/7 e 1977/78 è Professore straordinario sulla Cattedra di Istituzioni di Geometria Superiore all’Università di Lecce. Contribuisce al rafforzamento della Facoltà di Scienze di tale Università e lavora anche per consolidare e rendere più funzionali due fondamentali strutture dell’Università: il Centro di Calcolo, di cui è Direttore fino al 1978 (con la Presidenza di Maria Teresa Carrozzo) e la Biblioteca di Matematica. Inoltre dal 1978 al 1983 è attivo nella organizzazione delle Scuole estive di Informatica. Per queste sue attività, nel 25-esimo anniversario della istituzione della Facoltà di Scienze (1992), l’Ateneo leccese lo ha incluso tra i premiati con una medaglia di ringraziamento.
Nel 1978/79 si trasferisce come Professore Straordinario sulla Cattedra di Probabilità e Statistica all’Università di Torino ove rimane fino al 1980.
Dal 1/11/1980 si trasferisce (come Professore Straordinario prima e dal 24/6/1981 come Professore Ordinario) sulla Cattedra di Geometria dell’Università di Milano, ove negli anni successivi tiene corsi per i Corsi di Laurea in Informatica, Fisica e Matematica.
Negli anni 1980 fa parte del Consiglio scientifico dello IAMI, Istituto per le Applicazioni della Matematica e dell’Informatica del CNR, in Milano. Il suo interesse per le applicazioni del calcolo automatico lo spinge anche ad appoggiare sul finire degli anni ’80 iniziative di innovazione didattica che prevedono l’uso di nuovi software matematici.
Sempre in questi anni, partecipa come consulente scientifico e redattore alla stesura di un ponderoso Dizionario di Matematica pubblicato nel 1989 da Rizzoli.
Inoltre dal 1985 al 1987 è direttore scientifico della Biblioteca del Dipartimento dell’Università di Milano; in questa veste, cura l’adozione del sistema Aleph per la gestione delle biblioteche.
Opera con successo per favorire aperture internazionali del Dipartimento di Matematica dell’Università di Milano e del Dottorato in Scienze Matematiche, in particolare con la chiamata del Prof. Piccinini.
Muore a Milano l’8 settembre 1993.
Alle esequie civili, che hanno luogo nella Sala di Rappresentanza del Dipartimento di Matematica, la commemorazione è tenuta dall’amico e collega Carlo Pucci.
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